Passa ai contenuti principali

The Outsider

Siamo negli anni cinquanta. Il Giappone, dopo aver perso la guerra con ancor fresco l'incubo delle bombe atomiche, tenta di riprendersi economicamente, tra molteplici slanci capitalistici ed altrettante contraddizioni con la propria storia. Gli americani sono ancora stanziati nel paese e le multinazionali occidentali conducono proficui affari in una nazione, in quel momento storico "sfruttabile". In questo contesto temporale, in un  ignoto carcere si trova imprigionato Nick (Jared Leto), un ex Militare USA senza una storia precisa alle spalle, alla ricerca di sè stesso. Un giorno nella prigione, salva la vita a Kiyoshi un giovane membro Yakuza, così da quell'episodio nasce trai due una profonda complicità unita ad un grandissimo e reciproco rispetto, incorruttibile. E così Kiyoshi, quando riuscirà ad uscire di prigione, condurrà Nick in una nuova vita, all'interno di una famiglia della Yakuza, in cui l'americano, benché diverso, scoprirà le radicate virtù dell'esser membro d'una collettività nell'antico senso giapponese. È Nick l'outsider.


 Dignità, fratellanza ed onore, campeggiano in questa pellicola di genere, molto scorticante e drammatica, in cui Jared Leto può dar libero sfogo alle sue doti recitative tenebrose ed istrioniche. Il risultato finale mi è piaciuto, benché tutto il film viaggi per dare una profonda sensazione "di strisciata" su un mondo molto più grande, intenso ed affascinante come quello della Yakuza e delle sue lotte intestine, a cavallo fra tradizioni e modernità. Mi è piaciuta l'idea di non doppiarlo e lasciarlo sottotitolato (la maggior parte dei dialoghi è in un inglese ciancicato ed in giapponese), come anche l'immagine urbana, notturna di Osaka, con i suoi fumi e neon colorati, simbolo e fascino di una vita nuova, psichedelica ed anche pericolosa di un paese pulsante. Qualcuno ha lamentato che proprio questo senso "di striscio" che citavo poco fa sia la pecca maggiore del film. Mi permetto di non concordare, in quanto per me questa produzione Netflix, diretta da Martin Zandvliet, non ambisce ad esser qualcosa di oltre a ciò che effettivamente ci concede e, di fatto, offre. È principalmente la storia di un onore conquistato ed assorbito, infine difeso, unito ad un legame di profonda fratellanza. Nick troverà un credo, una famiglia, un ruolo nel mondo assieme all'amore. Con i dovuti distinguo, si tratta di una sorta di "Ultimo Samurai" versione noir-jappo, fatto assai bene e recitato altrettanto bene. E ti lascia qualcosa dentro, che appaga e carica l'animo allo stesso tempo. Bello.


Commenti

Post popolari in questo blog

Spider-Man: La torre del potere...(ma di chi?)

Pubblicata da Hobby and Work nel biennio 2008/2010, è una collana composta da 80 uscite. Che c'entra una torre con Spider-Man non lo so, diversamente se il tema fossero stati gli Avengers od i Fantastici 4 gli avrei dato un senso...ma messa così non c'entra nulla e rischia d'esser perfino un prodotto forzatamente infantile. E vabbè! L'ho fatta quindi quasi per scherzo, ci è voluta molta pazienza, per costruire un qualcosa, ovvero questa benedetta torre, in cui metterci la creme della creme dei personaggi Marvel ruotanti, vicinamente o lontanamente, attorno alle avventure dell'Uomo Ragno. Ci trovi Jameson, ci trovi Hulk o Capitan Bretagna, fino a Blade, ovvero ti è bastato un giorno sfiorare l'Uomo Ragno, per finire come personaggio nella sua torre. Bah!!!! 80 volumetti insulsi con poster (la parte assolutamente obsoleta)+80 cards tematiche con raccoglitore (interessante)+un mini personaggio da colocare sulla torre+ovviamente un pezzettino della, appunt...

I cavalieri dello zodiaco: dai cartoni ai giocattoli...nel 1990/91

Lo ricordo ancora benissimo come fosse ieri!!! Era il 1990, Marzo per la precisione, annunciata da spot pubblicitari a più non posso nel circuito locale di Odeon TV, era finalmente giunta qui in Italia una serie rivoluzionaria, "I Cavalieri dello Zodiaco". E lo era sul serio: sigla italiana con gli attributi, animazione da paura, scene pirotecniche e spettacolari, un pathos avvolgente che poi sarà una costante per tutti gli archi narrativi a venire ed infine quel mix tra epica, classico e design lucente dal tocco futuristico....decisamente acchiappone! Insomma tante cose, messe bene insieme e rese eccellentemente a livello tecnico. I cavalieri, il cosmo, i loro colpi divennero in poco il nostro chiodo fisso, con tanto di immedesimazioni e battaglie approntate a scuola ed a casa. Poco prima della sera l'appuntamento con Odeon TV era, scontatamente imprescindibile...ed idem le chiacchiere il giorno seguente con i compagni, ipotizzando o commentandone i risvolti. Un fenomeno...

Start-Up

Ecco un'altra serie, che poteva rischiarsela, nel senso che non era compito facile raccogliere tutti i semi del suo plot, farli germogliare in una trama principale ricca peraltro di sottotrame e tenere il tutto sapientemente a galla senza confondere od annoiare. Vero, c'è da ammettere che diverse complessità sono superate con qualche eccesso, ma il tutto non stona.  Quindi complimenti per questa produzione, che diciamocelo, come è stato Ozark, si inserisce nel novero delle serie "sporche", ovviamente parlandone in accezione positiva.  C'è chi sceglie di trasgredire e chi, invece, è costretto a farlo, ma alla fine è....un rapporto tra simili, insomma si "ondeggia"  tutti sulla stessa barca. Start-Up si, è "sporca"....in quanto non vi è un personaggio che a modo suo non sia un peccatore, ovvero ricco di segreti, sotterfugi e tutta una serie di negatività che assieme alle speranze, metterà tra le mani della sorte e della competizione tra pescecan...