Ecco un'altra serie, che poteva rischiarsela, nel senso che non era compito facile raccogliere tutti i semi del suo plot, farli germogliare in una trama principale ricca peraltro di sottotrame e tenere il tutto sapientemente a galla senza confondere od annoiare. Vero, c'è da ammettere che diverse complessità sono superate con qualche eccesso, ma il tutto non stona. Quindi complimenti per questa produzione, che diciamocelo, come è stato Ozark, si inserisce nel novero delle serie "sporche", ovviamente parlandone in accezione positiva.
C'è chi sceglie di trasgredire e chi, invece, è costretto a farlo, ma alla fine è....un rapporto tra simili, insomma si "ondeggia" tutti sulla stessa barca. Start-Up si, è "sporca"....in quanto non vi è un personaggio che a modo suo non sia un peccatore, ovvero ricco di segreti, sotterfugi e tutta una serie di negatività che assieme alle speranze, metterà tra le mani della sorte e della competizione tra pescecani. Che poi..."lo smetter di rigar dritti" sia di fatto un atteggiamento indotto, per non farsi "mangiare dal mostro" che è in questo caso rappresentato dal contesto (la società del businness, della ricchezza individuale e dell'ineguaglianza) di una Miami (perfetta) altamente orticante ed anch'essa non priva di segreti e compromessi....è il tema della serie ed anche la chiave del coinvolgimento: "prima o poi ti finisci per affezionare ed un pochino immedesimare in questi characters pieni di macchie, in lotta continua per realizzare i propri sogni, che in fondo potrebbero essere anche i nostri". Così vi è il personaggio di Nick (Adam Brody) che a 35 anni vive cercando di espiare l'esempio moralmente degradante del padre (un ricco riciclatore di denaro, anche e soprattutto a servizio di spietati e potenti gruppi criminali), conducendo una quieta e media carriera bancaria e vivendo in una lussuosa villa con la sua bellissima e bravissima fidanzata, cercando il compiacimento del ricco suocero e del suo ambient....in sostanza "respira" un'ampolla tanto invadiabile quanto sostanzialmente priva di stimoli e significati. Finchè peró il vetro non si rompe: sarà proprio il padre che, nel tentativo di rifuggire ai ricatti del corrotto agente Fbi Phil Rask (Martin Freeman) da un lato e la possibile vendetta della criminalità dall'altro, fa riciclare al povero Nick 1.300.000 dollari di superdubbia provenienza...rendendolo, per salvarsi la vita, ció che non voleva essere...ma, allo stesso tempo, portando un estremismo che rappresenta la svolta per fargli capire quanto nell'informe buonismo era impantanata la sua "vita-non vita". Ma tutto questo denaro Nick-Adam Brody come lo ricicla? Ebbene finisce in una Start-up...legando la vita di Nick ai sogni dell'informatica in cerca di gloria e dignità Izzy Morales ed alle speranze di rivalsa sociale del capo gang haitiano Ronald (al cui cartello appartenevano 300.000 dollari del gruzzolo riclato)....in un turbinio di eventi, drammi (anche estremamente crudi e violenti) e colpi di scena, che porteranno avanti egregiamente la trama lungo tutti e dieci gli episodi della stagione. Buona la prova degli attori, ottimo Martin Freeman, Adam Brody è adatto al suo personaggio-tipo alla Seth Cohen invecchiato (intelligente/ingenuo/fanciullesco), ottimo Edi Gathegi nel ruolo spesso crudo e drammatico, solo apparentemente "cattivo" di Ronald e bravissima Otmara Marrero nel ruolo di Izzy. Per concludere il consiglio è assolutamente uno sprono alla visione....è una serie che merita una seconda (giá preparata con l'add on di Ron Perlman) ed anche una terza stagione....chissà!
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