Passa ai contenuti principali

Se ci conoscessimo oggi

"When we first met" aka in italiano, "Se ci conoscessimo oggi" è la nuova commediuzza di un'ora e mezza, proposta da Netflix in questo freddo Febbraio 2018. Mette in campo qualche trentenne di prospettiva, conosciuto più che altro nell'ambito delle serie TV con qualche excursus cinematografico. E così troviamo questo poker di attori: Adam DeVine (Modern Family e varie altre sitcom), Alexandra Daddario (Percy Jackson saga, Baywatch, San Andreas, True Detective...), Robbie Amell (Flash, Tomorrow People ed un paio di buone produzioni Netflix) e Shelley Henning (TeenWolf su tutto).


Il film è sufficiente, certo non brilla come potrebbe e dovrebbe, ha un ritmo strano, incostante e non frizza in originalità, per nulla. In pratica la struttura è quella tipica del triangolo amoroso imperfetto...lui, lei, l'altro e  la sorpresa. Praticamente Noah, il protagonista (DeVine) ama Avery (La Daddario), conosciuta tre anni prima, nel 2014, ad una festa per Halloween. Tra i due scattò la classica alchimia che poteva lasciar presagire l'inizio di una magica storia d'amore, tuttavia l'esitazione di Noah (per goffaggine e timidezza) quando poteva scattare un primo bacio, ha fatto sì che i due restassero solo grandi amici e che lei, il giorno seguente conoscesse quello che diventerà il suo fidanzato, ovvero Ethan (Amell). E così si ritrova ubriaco nel 2017 ad assistere come migliore amico al fidanzamento ufficiale della ragazza dei suoi sogni....per poi esser riaccompagnato come un bambinone da Carrie, migliore amica della sua amata. Ragazzi che sfiga, o no???? Mannaggia....se solo si potesse tornare indietro nel tempo....e cogliere quell'attimo perduto con Avery!!! Ma per questo c'è una soluzione, infatti Noah-ubriaco si ritrova in una vecchia macchina per foto/tessere, esprime il desiderio fatidico, mette la monetina e paf....magia (della serie "Big" con Tom Hanks insegna)!!! 


E quindi il buon Noah torna indietro nel tempo di 3 anni per avere la sua possibilità con Avery....e mettere le ali alla propria favola amorosa. Ma basterà....oppure no??? Tutto il film così si snoda sui vari viaggi nel tempo e tentativi di conquista di Noah, che lentamente inizia a far chiarezza sui propri sentimenti, con tanto di variante a sorpresa....che tuttavia era di facile prevedibilità. Due considerazioni del tutto personali sul cast: DeVine non mi piace nel ruolo del protagonista, ok si capisce che abbia una verve comica ed ancor più demenziale, ma ostenta troppo le sue sagome + smorfie, servendosi dell'effetto "faccia di plastica"...un pò Jim Carrey, un pò Stiffler, insomma alla lunga è stucchevole ed anche un pochino noioso...non aiutando affatto il regista Ari Sandel, allorquando il film cala di ritmo. Inaspettato, in senso più che positivo, e qui la seconda considerazione, invece Robbie Amell, l'attore cugino del protagonista della serie Arrow, il quale si era sempre cimentato in ruoli in cui esaltare l'azione e la sua prestanza fisica, molto curioso vederlo inserito stabilmente  in una commedia e tra, le altre cose, in un ruolo come quello di Ethan che è un personaggio come dire.... "acqua e sapone": tranquillo, mite, buono e altruista. E lo fa egregiamente quindi bravo Amell! Discrete pure la Daddario e soprattutto la "spigolosa" Henning, che alla fine dei giochi si ritaglia gradualmente il suo perché. Ho trovato molto forti invece, con lo spunto della festa in maschera di Halloween, le splendide citazioni di "Wayne's World" (ossia Fusi di Testa) e di "Ragazze Vincenti"....due chicche a mio avviso!!! In finale vale un'ora e mezza del vostro tempo scevro dallo stress e dai pensieri quotidiani.....tuttavia non vi darà quella semplice e lieta sensazione di completezza che, in genere, ci si aspetterebbe dalle favoline amorose americane di questo genere di commedia. È da 6, per me...niente di meno, ma nemmeno niente di più.


Commenti

Post popolari in questo blog

Spider-Man: La torre del potere...(ma di chi?)

Pubblicata da Hobby and Work nel biennio 2008/2010, è una collana composta da 80 uscite. Che c'entra una torre con Spider-Man non lo so, diversamente se il tema fossero stati gli Avengers od i Fantastici 4 gli avrei dato un senso...ma messa così non c'entra nulla e rischia d'esser perfino un prodotto forzatamente infantile. E vabbè! L'ho fatta quindi quasi per scherzo, ci è voluta molta pazienza, per costruire un qualcosa, ovvero questa benedetta torre, in cui metterci la creme della creme dei personaggi Marvel ruotanti, vicinamente o lontanamente, attorno alle avventure dell'Uomo Ragno. Ci trovi Jameson, ci trovi Hulk o Capitan Bretagna, fino a Blade, ovvero ti è bastato un giorno sfiorare l'Uomo Ragno, per finire come personaggio nella sua torre. Bah!!!! 80 volumetti insulsi con poster (la parte assolutamente obsoleta)+80 cards tematiche con raccoglitore (interessante)+un mini personaggio da colocare sulla torre+ovviamente un pezzettino della, appunt...

I cavalieri dello zodiaco: dai cartoni ai giocattoli...nel 1990/91

Lo ricordo ancora benissimo come fosse ieri!!! Era il 1990, Marzo per la precisione, annunciata da spot pubblicitari a più non posso nel circuito locale di Odeon TV, era finalmente giunta qui in Italia una serie rivoluzionaria, "I Cavalieri dello Zodiaco". E lo era sul serio: sigla italiana con gli attributi, animazione da paura, scene pirotecniche e spettacolari, un pathos avvolgente che poi sarà una costante per tutti gli archi narrativi a venire ed infine quel mix tra epica, classico e design lucente dal tocco futuristico....decisamente acchiappone! Insomma tante cose, messe bene insieme e rese eccellentemente a livello tecnico. I cavalieri, il cosmo, i loro colpi divennero in poco il nostro chiodo fisso, con tanto di immedesimazioni e battaglie approntate a scuola ed a casa. Poco prima della sera l'appuntamento con Odeon TV era, scontatamente imprescindibile...ed idem le chiacchiere il giorno seguente con i compagni, ipotizzando o commentandone i risvolti. Un fenomeno...

Start-Up

Ecco un'altra serie, che poteva rischiarsela, nel senso che non era compito facile raccogliere tutti i semi del suo plot, farli germogliare in una trama principale ricca peraltro di sottotrame e tenere il tutto sapientemente a galla senza confondere od annoiare. Vero, c'è da ammettere che diverse complessità sono superate con qualche eccesso, ma il tutto non stona.  Quindi complimenti per questa produzione, che diciamocelo, come è stato Ozark, si inserisce nel novero delle serie "sporche", ovviamente parlandone in accezione positiva.  C'è chi sceglie di trasgredire e chi, invece, è costretto a farlo, ma alla fine è....un rapporto tra simili, insomma si "ondeggia"  tutti sulla stessa barca. Start-Up si, è "sporca"....in quanto non vi è un personaggio che a modo suo non sia un peccatore, ovvero ricco di segreti, sotterfugi e tutta una serie di negatività che assieme alle speranze, metterà tra le mani della sorte e della competizione tra pescecan...